l’Italia nel 731 (epoca di Liutprando e Gregorio II)

Alla morte di Gregorio II (731), l’Italia è molto cambiata: la ribellione dei territori imperiali ha creato nuove autonomie e nuove opportunità per i longobardi

L’Italia del 731, alla morte di Gregorio II, era molto diversa da quella all’inizio del suo pontificato. La differenza più importante la si può trovare nel fatto che – oramai – esiste uno stato semi-autonomo a Roma: quella che ufficiosamente conosciuta come la “Repubblica di San Pietro” o “Patrimonio di San Pietro”, il dominio dei Papi. Si tratta dell’antico ducato romano.

Più a nord, anche Venezia si è dato un “duca” eletto localmente, il primo “doge”, Orso Ipatio. Orso sarà duca dal 727 al 737. Il primo di una (quasi) ininterrotta serie di “dogi” che durerà fino al 1797.

Tra Roma e Venezia, anche Ravenna e la Pentapoli si erano ribellate all’Impero, eleggendo governi locali. La reazione però di Liutprando ha cambiato tutto: Liutprando nel 727, 728 e 729 ha mosso alla conquista dell’Esarcato, sfondando la linea delle difese romane sul Panaro (Persiceto-Zenzano-Monteveglio) per conquistare prima Bologna, poi Osimo e ottenere infine la resa dell’intera pentapoli bizantina. Poi ha mosso rapidamente verso sud, ottenendo la sottomissione di Transamondo di Spoleto e Romualdo di Benevento, i due duchi meridionali.

Nel 728, Liutprando aveva anche occupato lo strategico castello di Sutri, salvo poi restituirlo al patrimonio di San Pietro. Nel 729, infine, Liutprando aveva mosso su Roma, facendo da paciere tra il Papa e l’Esarca Eutichio, sbarcato a Napoli e inizialmente alleatosi con Liutprando per riottenere il controllo su Roma e Ravenna.

Al 731, l’Esarca ha riacquistato il controllo di Ravenna, Venezia si è riavvicinata all’Esarca (mantenendo però Orso saldamente al comando della laguna), Roma è sempre più autonoma e Liutprando è diventato l’arbitro della penisola. I notai iniziano a chiamarlo “Re d’Italia” in alcuni dei documenti del regno.

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