l’Italia nel 751 (epoca di Re Astolfo e Papa Zaccaria))

Episodi relativi: “Gli orfani di Costantinopoli”, ep. 186, e “Il re di Ravenna”, ep. 187

Mappa della situazione in Italia al 751, apogeo del regno longobardo e alla vigilia del primo intervento franco in Italia.

Dopo le espansioni di Liutprando nella Pentapoli e lungo l’Emilia, Astolfo corona il sogno di Totila, Autari e Liutprando, conquistando Ravenna, capitale dell’Italia imperiale e dell’Esarcato. Termina così la lunga storia dell’Esarcato d’Italia. Ravenna ospita per un paio di anni la corte di Astolfo, che dalla città emana giudizi e gestisce la politica estera del Regno. Ravenna e Pavia sono de facto le capitali di un Regno che Astolfo inizia a considerare sia dei Longobardi che dei “Romani”.

L’Italia imperiale, priva del “punto focale” ravennate, si frammenta in più pezzi relativamente autonomi.

Roma è ormai un ducato pressoché indipendente, avendo costituito quella che la cancelleria papale chiama in sostanza “La santa Repubblica di San Pietro”, il capostipite di quello che sarà poi lo stato pontificio. I Papi però, per ora controllano Roma e pooco più.

Venezia, anche se formalmente ancora un pezzo dell’Impero romano, è de facto ampiamente autonoma e ci sono diversi indizi che fanno pensare che i veneziani abbiano invece aiutato Astolfo ad impadronirsi di Ravenna, un vero e proprio “tradimento” della cuasa imperiale.

Napoli (cone Amalfi e Gaesta) è un ducato in realtà semi-autonomo: i duchi sono ancora nominati dallo Strategos di Sicilia, ma il controllo dell’Impero sulla città fa affievolendosi. Il ducato, ad inizio IX secolo, si frammenterà in tre piccoli stati: Napoli, Amalfi e Gaeta.

Sicilia, Sardegna, Salento e Calabria centro-meridionale sono gli ultimi avamposti dell’Impero romano in Italia meridionale.

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