Oggi parliamo di una via romana che ha dato il suo nome ad una regione di Augusto e anche a (metà) del nome di una moderna regione italiana: la via Aemilia.

La via fu completata nel 187 a.C. e collegava le due prime colonie romane dell’area: Rimini (fondata nel 268 a.C.) e Piacenza (218 a.C.), mentre l’altra colonia di Cremona era a poca distanza e fu collegata poi dalla Postumia (in blu), della quale ho già parlato nel post a questo link. Si trattava di una via fondamentale perché, a differenza di oggi, la via più rapida per giungere in nord Italia da Roma era una combinazione della via Flaminia (Roma-Rimini, via Umbria) e, appunto, della via Aemilia.
L’espansione romana in Gallia Cisalpina (o Gallia-al-di-qua delle Alpi, come era chiamata l’Italia settentrionale ai tempi) avvenne già nel III secolo ma fu rallentata dalla II guerra punica (218-202 a.C.) che coinvolse anche i territori del Nord Italia, dove molte tribù galliche si allearono con i Cartaginesi. Solo con la conquista di Bona (la moderna Bologna) nel 189 a.C. l’area al di sotto del fiume Po (Gallia cispadana) poteva dirsi fermamente sotto il controllo di Roma. A questo punto, Roma decise di costruire una nuova via per consolidare il proprio dominio e controllo sulla regione, sfruttando un percorso che aveva probabile origine etrusca. L’opera fu avviata da Marcus Aemilius Lepidus (Marco Emilio Lepido), uno dei più importanti uomini politici del II secolo a.C.: la via, come consuetudine, prese il suo nome.
Una nuova geografia umana
La costruzione della via portò ad una vera rivoluzione della geografia umana della regione, perchè furono fondate in rapida successione una serie di colonie allineate sulla via Aemilia: Parma, Modena e Reggio Emilia furono tutte fondate intorno al 183 a.C., probabilmente su presistenti insediamenti. La fondazione delle città emiliane portò ad una colossale “centuriazione” del territorio, diviso nelle “centuriae” assegnate ai coloni romani sul territorio degli sconfitti Galli Boi.


Le città sono generalmente tutte a distanza di una giornata di cammino l’una dall’altra, allineate su una quasi perfetta retta tra Rimini e Piacenza.
Il tracciato
La via prendeva avvio dove terminava la fondamentale via Flaminia, ovvero a Rimini, in corrispondenza dell’arco di Augusto. La prima opera era il ponte di Rimini, che esiste ancora oggi

Tra le infrastrutture lungo il tragitto sono degne di nota, oltre il ponte di Rimini, il ponte romano di Fidenza, quello di Savignano sul rubicone e il ponte di Teodorico a Parma, fatto ricostruire da questo grande sovrano dei Goti.
La via Aemilia fu costruita su argini sopraelevati per evitare gli impedimenti naturali presenti lungo il suo percorso. In città era lastricata in basolato e acciottolato, con marciapiedi o gradini di delimitazione. Fuori dai centri urbani si trasformava in massicciate di ghiaie e ciottoli di fiume.

La via Aemilia appare anche sulla tabula peutingeriana, la mappa schamatica dell’Impero romano (in alto). Si nota come parta da Rimini per proseguire verso Forlì, Faenza, Bologna, Modena, Parma (e molte altre località lungo in percorso). Ogni città o stazione di posta viene segnato da uno “stacco” della linea. Tra le città sono segnate anche le distanze in numeri romani (se aguzzate la vista). Notare come da Rimini parta un’altra via in direzione di Ravenna (segnata come città molto importante) e poi di qui verso Altinum (nei pressi di Venezia). Un’altra via congiunge Ravenna con Verona e Mantova. Nel caso di fiumi con una linea rossa , questi erano dotati di navigazione fluviale.
La via Aemilia fu poi prolungata verso Milano e Pavia e, di qui, verso i passi alpini della moderna Valle d’Aosta.
L’asse viario della via Aemilia è rimasto uno degli assi portanti della geografia umana dell’Italia: è forse il caso più rilevante nella penisola, perchè altrove l’importanza di alcune vie è decaduta mentre attorno alla via Aemilia si allineano sia la moderna via statale che la ferrovia (con il tratto ad alta velocità Piacenza-Bologna), le autostrade A1 e A14. A Forlì, durante i lavori per la realizzazione della circonvallazione, e a Reggio nell’Emilia, durante degli scavi, sono stati rinvenuti resti dell’antica via romana.
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